Civiltà delle Macchine
Dirigo “Civiltà delle Macchine” dal 2021. È una rivista fondata nel 1953 da Giuseppe Luraghi e Leonardo Sinisgalli, con l’obiettivo di riflettere sul dialogo tra le due culture, scienza e umanesimo. Ha vissuto una lunga storia (che a questo link troverete in breve) e ha lasciato una eredità sparpagliata e diffusa. Nel 2019 viene rieditata dalla Fondazione Leonardo, con gli stessi obiettivi. Qui si possono consultare i numeri dalla primavera del 2021 a oggi.
Lo Spazio
Il grande fermento che aleggia attorno alla nuova fase di conquista dello Spazio impone alcune riflessioni in merito alle possibilità e ai limiti dati da questa inedita prospettiva: come sarà la vita che verrà se il cosmo diventerà un luogo abitabile? E cosa accadrà alla Terra? Come gestire gli interessi per le risorse spaziali degli Stati e dei privati? A queste domande tenta di rispondere il nuovo numero di Civiltà delle Macchine grazie ai contributi, tra gli altri, di Roberto Battiston, Luigi Pasquali, Chandra Candiani, Tommaso Pincio e Roberto Vittori. Partendo da questa domanda, Fondazione Leonardo-CDM ha avviato una riflessione sulla regolamentazione delle attività spaziali per fronteggiare i nuovi mutamenti della nostra epoca.
Il gemello digitale
L’ultimo numero del 2021 di Civiltà delle Macchine è dedicato al perturbante tema del Gemello Digitale. Accanto ai molti vantaggi che progressivamente garantirà a livello industriale, si affiancano nuove questioni filosofiche e metodologiche che ci immergono nelle trasformazioni introdotte dal progresso digitale, ponendoci molte domande su quali conseguenze avrà la migrazione della nostra vita in uno spazio virtuale. Su questi temi si concentrano gli interventi, tra gli altri, di Carlo Cavazzoni, Andrea Marcolongo, Daniele Rielli e Domenico Quaranta.
La fiducia
Questo numero di Civiltà delle Macchine era stato pensato e chiuso prima della guerra in Ucraina. La fiducia, a cui il numero è dedicato, resta una questione centrale anche nelle relazioni internazionali. Troverete una breve ricognizione sul tema in relazione alla società, alla scienza, alla credibilità delle classi dirigenti e all’atteggiamento degli individui e delle imprese. Tra gli autori di questo primo numero del 2022 Aldo Bonomi, Michela Marzano, Roberto Battiston, Maria Prodi, Chiara Cappelletto, Marco Imarisio, Pietro Reichlin, Tommaso Pincio e Barbara Frandino.
L’energia
Questo numero di Civiltà delle Macchine affronta il tema dell’energia. Come sono composti i consumi globali, che relazione hanno con la ricchezza, chi sono i grandi giocatori sul terreno, e in che modo la guerra cambierà il corso della transizione energetica. Un punto poi sulla situazione italiana ripercorrendo la storia energetica del paese, poco frequentata dalla storiografia, fino alle scelte compiute negli ultimi mesi, con il ritorno del dibattito sul nucleare. Tra gli autori di questo secondo numero del 2022 Paolo Di Paolo, Carlo Stagnaro, Alberto Clò, Ferruccio de Bortoli, Regina Krieger, Barbara Curli, Laura Cozzi, Michael C. Lynch, Fereidoon Sioshansi, Manuel Orazi, Barbara Frandino.
Occidente/Oriente
Dopo oltre due secoli di predominio economico, politico e militare occidentale, si apre una fase nuova che cerca nuovi equilibri. Oriente e Occidente tornano a guardarsi con gli occhi di sempre, reciprocamente affascinati, reciprocamente sospettosi. In questo numero si affronta il tema attraverso tre spunti umanistici: la questione della democrazia; la competizione globale in settori chiavi della conoscenza (IA, Spazio, supercomputer); il soft power quale strumento delle nuove ambizioni egemoniche delle potenze. Tra gli autori di questo terzo numero del 2022 Luciano Violante, Orlando Figes, Alessandro Aresu, Federico Rampini, Tommaso Pincio, Vittorio Macioce, Massimo Sideri, Carlo Cavazzoni, Franco Ongaro, Massimo Durante e Nicola Mirenzi.
Le cose
Manifatture, marchingegni, utensili, macchine, oggetti. Le Cose assumono un significato diverso a seconda della prospettiva con cui le guardiamo. Che cosa rappresentano le Cose per la filosofia contemporanea e come è cambiato il rapporto tra idea creativa e la sua realizzazione. Ci soffermiamo poi su alcuni simboli della modernità: il microprocessore, i cavi sottomarini, i satelliti, la sneaker, i nuovi materiali. Una sezione è dedicata alle storie dei creatori degli oggetti, dei luoghi in cui vengono conservati, e di coloro che li collezionano.
Settantesimo
Settant’anni fa nasceva “Civiltà delle Macchine”. Nel numero in uscita si racconta questo anniversario, ricostruendo la storia della rivista, con l’editoriale di Marco Ferrante, i ritratti dei direttori precedenti a firma di Stefano Bartezzaghi (Sinisgalli), Roberto Petrini (d’Arcais) e Pietrangelo Buttafuoco (Caldarola); il contesto in cui nasce la rivista, il dopoguerra, dove fondamentale diventa il connubio tra grandi imprese e cultura (la storia delle riviste del tempo di Lupo e la conversazione tra Fabiani e Profumo); infine, il rapporto con l’arte del suo tempo (Ficacci) e la scienza (Della Valle).
Subacqueo
Questo numero della rivista è dedicato a un luogo fondamentale per la contemporaneità, ancora per lo più sconosciuto: il subacqueo. Gli articoli esplorano la dimensione sottomarina attraverso diversi elementi, tecnici, scientifici, giuridici e con una piccola rassegna di argomenti umanistici. Grazie alla collaborazione con i ricercatori del CNR e della Marina Militare, con cui la Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine ha stilato un rapporto sul tema, gli autori ci illustrano le potenzialità economiche ma anche le fragilità ambientali e i possibili conflitti geopolitici che potrebbero derivare dallo sfruttamento delle risorse nascoste nei fondali. Accanto agli aspetti tecnico-scientifici, le analisi dei caratteri più strettamente simbolici del subacqueo, come luogo psicologico e del mito.
Trasformazioni digitali
In questo numero della rivista, una parziale ricognizione di alcuni dei cambiamenti e delle trasformazioni che la rivoluzione digitale sta portando nella quotidianità globale, con due focus sull’intelligenza artificiale e sui metaversi. Partiamo dall’impatto del digitale sul funzionamento del cervello e quali sono le differenze con il linguaggio e la logica di ChatGPT; seguiranno approfondimenti su come adeguare il sistema normativo e su quali saranno le conseguenze economiche, sanitarie e ambientali di una mutazione metaversica della realtà, già parzialmente realizzata in due parti del mondo. Cosa ne pensano i più giovani e quali discriminazioni si rischiano nel virtuale. Come cambierà l’intrattenimento, l’editoria e una domanda: l’intelligenza artificiale potrà aiutare la scienza a realizzare nuove scoperte? Infine, un piccolo dizionario tecnologico.
Intelligenze (non artificiali)
Si parla molto di intelligenza artificiale, a che punto è il dibattito su quella naturale? Se ne parla nel terzo numero 2024 di Civiltà delle Macchine. Roberto Battiston, con la quantificazione dei tipi di intelligenza naturale esistenti; Edoardo Boncinelli in una lettera in cui sottolinea come il mestiere di chi cerca l’intelligenza sia seguire l’andamento delle differenze; sulle intelligenze non umane e sulle loro capacità di apprendimento scrivono Elisabetta Visalberghi e Giulia Bignami; Nicolò Andreula si sofferma sull’importanza dell’intuito in tempi di dominio della statistica e dell’immissione dei dati; Domenico Siniscalco risponde a una domanda provocatoria: l’efficienza dei mercati è una forma di intelligenza? Sul funzionamento del nostro cervello e sul suo rapporto con l’IA scrivono Giuseppe Quaranta e Jaime D’Alessandro. Altri spunti arrivano da Maria Prodi (sul valore e la misurazione dell’intelligenza) e da Massimo Durante: che cosa fa internet al nostro cervello?
Si chiude con la parte filosofica, con i contributi di Giancristiano Desiderio, Mario Carparelli, Guido Vitiello, Ginevra Leganza, Elisa Albanesi con l’intervista all’artista Felice Levini, Bruno Giurato e il “Superotto” del duo Pennacchio Argentato. Il poeta ospitato in questo numero è Carlo Carabba. Infine, un omaggio di Giuseppe De Filippi ad Altan e al rapporto tra l’intelligenza (in questo caso il genio) e l’umorismo.
Appunti sul moderno
In questo numero raccogliamo, senza pretese sistematiche, rapidi, diseguali, incostanti appunti sul moderno. Fisici, architetti, letterati e giornalisti si interrogano su che cosa sia, analizzandone il mistero definitorio e applicativo. Una piccola raccolta di frammenti utile per individuare una nuova griglia concettuale con cui orientarci in un mondo in continua evoluzione e in un tempo che, come recita il titolo dell’articolo che apre il numero, a firma di Roberto Battiston, appartiene a un secolo accelerato. Una prima sezione vede tra gli autori: Giancristiano Desiderio, sulla questione del metodo; Guido Vitiello, sulle problematiche terminologiche; Lisa Roscioni, sulla Global History; Jaime D’Alessandro sul digitale e le metropoli; Bruno Giurato sull’ipermoderno ed Ersilia Vaudo sul futuro che verrà. Per la prima volta in Italia pubblichiamo il saggio di uno degli architetti più influenti della nostra epoca, Rem Koolhaas, con un’introduzione di Manuel Orazi. La sezione successiva, dedicata ai tre punti centrali del racconto moderno, vede gli interventi di Lucetta Scaraffia, sulla religione; Massimiliano Panarari, sul liberalismo; e Francesco Cundari, sulla realtà che supera l’immaginario. Sull’IA riflettono Federica Paolucci insieme a Oreste Pollicino, e Mauro Crippa in una conversazione con Ginevra Leganza. A conclusione la nostra terza pagina con Alessandro Cecchinelli e Wanda Musetti, Oscar Iarussi, Sara Della Monaca ed Elisa Albanesi. Le poesie di questo numero sono di Gian Mario Villalta.
I confini dell’IA
Il primo numero del 2024 celebra i cinque anni della Fondazione Leonardo, che diventa Ente del Terzo Settore. Il presidente Luciano Violante spiega la filosofia che ha ispirato questo lustro. Helga Cossu, direttore generale della Fondazione, illustra il progetto Outreach, produzioni digitali nelle materie STEM. In una lunga intervista, Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo SpA, parla delle transizioni digitale, energetica e ambientale, e della visione che una impresa tecnologica propone alla comunità in cui opera. La seconda parte della rivista è dedicata all’intelligenza artificiale e ai relativi confini, con interventi, tra gli altri di Andrea Simoncini, Giusella Finocchiaro, Chiara Cappelletto, Barbara Frandino, Roberto Battiston, Alessandro Aresu, Bruno Giurato e Giuseppe Lupo; e le interviste a Patrick Bezombes, Chiara Valerio e Annabelle Hirsch. Troverete poi un estratto del libro inchiesta di Kashmir Hill e due contributi a dividere le sezioni, uno dell’intellettuale Benedetto Marcucci, e l’altro del poeta Fabio Pusterla.
Il fattore umano
L’ultimo numero del 2023 è dedicato al rapporto tra l’uomo e l’intelligenza artificiale. Dopo l’editoriale di Marco Ferrante, la sezione lavoro e digitale si apre con un’intervista a Daron Acemoglu, il più citato economista americano contemporaneo. Seguono articoli di Stefano Feltri, Ivana Pais e Tiziano Treu, Luca De Biase, Andrea Coscelli, Andrea Prencipe con Massimo Sideri, Silvia Giannì e Lorenzo Cappannari. La seconda parte è dedicata al rapporto uomo-macchina con contributi di Cosimo Accoto, Alessandro Aresu, Simone Gozzano e Vittorio Macioce. In chiusura un retaggio di terza pagina: Elisa Albanesi, un’intervista di Silvio Perrella allo scrittore Benjamín Labatut, Ersilia Vaudo, Giuseppe Lupo e Guido Vitiello. A dividere le sezioni, due pagine di Carlos D’Ercole sull’evoluzione dell’immaginario del lavoro e tre poesie di Antonella Anedda che hanno per oggetto la scienza.