Gin tonic a occhi chiusi

Originariamente doveva essere un diario immaginario e telematico da postare su un blog, un resoconto inventato ma realistico della vita sociale di una famiglia della sedicente èlite in mezzo alla crisi. Poi è diventato un romanzo, pubblicato nel 2016 prima edizione e nel 2018 in formato tascabile. Ben accolto dalle recensioni, ha partecipato al Premio Strega del 2017. Opzionato un paio di volte, non è ancora diventato una serie Tv.

È una vicenda più romantica ed esistenziale di quanto potrebbe apparire. In un’atmosfera di latente trapasso d’epoca, si svolge la storia di una famiglia che dal dopoguerra a oggi ha vissuto nel potere, ma non sa più valutare il suo peso né riconoscere le sue fragilità. La matriarca Elsa Misiano cerca di organizzare la sua personale resistenza al pazzo mondo che si agita intorno a lei. Non c’è niente che le dia più soddisfazione di raccogliere con un pretesto tutto il personale di servizio di cui dispone: per questo un paio di volte l’anno riunisce l’intera famiglia per un festeggiamento in grande stile. Sessantacinque anni, tendenza alla pinguedine, capace amministratrice e moglie di un importante avvocato, ha cresciuto i tre figli maschi nello spirito di una (mal)sana competizione: Gianni, primogenito e fiscalista di grido, colpevole di aver sposato una provinciale di sinistra; Paolo, deputato quarantenne in attesa del quarto figlio, perplesso portavoce di una donchisciottesca campagna contro l’energia eolica; e infine Ranieri, il prediletto della madre, giornalista conformista, frivolo e fortunato, considerato dagli altri due – unanimi – uno stronzo. Ma quando Gianni viene chiamato in tv per chiarire i suoi rapporti con un imprenditore arrestato per frode fiscale, i consigli (e i preziosi contatti) dell’odiato Ranieri gli diverranno indispensabili. Per non parlare del povero Paolo, che di lì a poco si ritroverà invischiato in un’imbarazzante liaison con una ragazza “in odore di meretricio”, a cui incautamente ha donato una collana di Bulgari.

Su uno sfondo di case lussuose e ben arredate, Martini al Plaza, scandaletti politici, pettegolezzi, crisi (e rivincita) della coppia, colpi bassi e molta ipocrisia, i Misiano condurranno il lettore in un vuoto spettrale.

Un romanzo ironico e dopotutto implacabile, che descrive il punto di congiunzione tra una titubante e disorientata borghesia e la politica, in una Roma bellissima e in via di decomposizione, un mondo nel quale saper preparare un gin tonic a occhi chiusi è, al tempo stesso, un vacuo slogan, un collaudato gesto di seduzione e anche un’inutile e inconsapevole passo di danza su un abisso che non si vedeva ancora quando il libro è stato scritto, ma c’è.